Biodiversità avicola del Veneto: le razze autoctone di polli.

Una splendida gallina di razza Polverara.

Il Veneto vanta da sempre una straordinaria tradizione avicola. Nei secoli infatti in questa regione sono state selezionate moltissime tipologie di polli, anatre, oche, tacchini e faraone, ma soprattutto tra i primi si è potuto osservare un'enorme differenziazione tra le razze presenti nel territorio. 
Alcune di queste sono col tempo scomparse, altre sono state ricostituite, altre ancora sono in corso di recupero. Vediamo quindi brevemente cosa è rimasto e cosa è andato perduto delle razze venete di polli. 

Tra storia e leggenda: la Polverara e la Padovana Gran Ciuffo

Femmina di Padovana Gran Ciuffo oro orlo bianco (camosciata).

Nel panorama avicolo veneto le più iconiche tra le razze di polli sono state senz'altro le due ciuffate che a lungo si sono contese lo stesso appellativo di "Padovana": la Polverara e la Padovana Gran Ciuffo. Due razze antiche, di diversa natura e origine.
La Padovana Gran Ciuffo è stata più volte definita per la sua bellezza la regina delle razze dei polli. In territorio Veneto è certamente presente fin dal XIX secolo. Esiste un'incisione di un gallo assimilabile a una Padovana Gran Ciuffo ancestrale nella "Storia Naturale degli Uccelli" di Saverio Manetti del 1767, recante l'indicazione "Gallo Padovano", ma andrebbe confermata da ulteriori studi l'origine dell'esemplare in quanto in quel periodo era generalmente chiamata in Italia "Padovana" proprio la razza Polverara.
Oggi come oggi la Padovana Gran Ciuffo è per lo più considerata razza ornamentale, e con la selezione di sempre nuove livree la razza vive un continuo rigoglio.  In Veneto è appunto diffusa soprattutto per motivi estetici, anche se l'associazione Pro Avibus Nostris ne ha incentivato l'allevamento anche quale razza da prodotto, con lusinghieri risultati. È stata anche inserita dalla Regione Veneto dei progetti CO.VA. e Bionet.

Femmina di Polverara nera.

La Polverara, le cui prime tracce nel territorio padovano sono rinvenibili nel XIV secolo, divenne famosa come la gallina più grossa d'Italia. Dai giardini dei Medici ai serragli di Isabella d'Este, dalla tavola di Galileo a quella di papi e re, questa razza rappresentò a lungo l'orgoglio del contado padovano, segretamente custodito da poche famiglie. Dopo mille peripezie, estinzioni mancate e coraggiosi recuperi, ora la Polverara è ancora diffusa nel territorio che l'ha vista originarsi. Se attentamente selezionata può essere una buona razza a duplice attitudine: discreta ovaiola, è buona produttrice di carne morata e di gusto fine. Un grosso problema si sono rivelate le più recenti selezioni: senza progetti comuni validi, tanto alcune caratteristiche fisiche che produttive della razza sono andate lentamente degenerando. Spesso gli animali sono sotto taglia o mancano di alcune delle caratteristiche tipiche della razza - cresta a cornetti, orecchioni bianchi, eccetera. Anche la Polverara è stata inserita negli anni nei progetti  CO.VA. e Bionet della Regione Veneto.

Le razze sintetiche recenti: Robusta Lionata, Robusta Maculata, Ermellinata di Rovigo, Pepoi

Giovane gallo di Robusta Lionata.
Nel dopoguerra l'Avicoltura italiana cercava di trovare nuova linfa, e dopo gli scarsi risultati ottenuti dall'immissione nei pollai rurali dei cosiddetti galli miglioratori (Livorno bianca selezionata per migliorare la fetazione) si provarono altre strade. Tra queste, la Stazione di pollicoltura di Rovigo decise di intraprendere la selezione di nuove razze. Negli anni '60 del secolo scorso venero dunque selezionate le cosiddette razze sintetiche, ancor oggi di fatto le più apprezzate a livello produttivo, tra le razze pure, nelle campagne venete (e non solo). Dall'incrocio delle razze  Orpington fulva e di White America nacque la bella e solida Robusta Lionata. Buona produttrice di uova e carne, con spesso spiccata tendenza alla cova, rimane una delle razze più interessanti a livello amatoriale per la sua rusticità e la sua docilità.

Gallo di Robusta Maculata.

Dal medesimo incrocio che aveva generato la Robusta Lionata si ottenne anche la sua razza gemella, la Robusta Maculata. Molto simile nella caratteristiche produttive ma totalmente diversa per livrea, la Robusta Maculata è un po' meno diffusa della sua "gemella". In compenso però attualmente un gruppo di allevatori ne sta portando avanti l'iter di riconoscimento di razza in sede FIAV

Ermellinata di Rovigo.

Al termine degli anni '50 del secolo scorso risale invece la selezione della Ermellinata di Rovigo, caratterizzata dalla bella livrea bianca columbia nero. Nata dall'incrocio di New Hampshire e Sussex, un po' più leggera delle Robuste, ma rustica e ottima ovaiola, l'Ermellinata è una delle razze sintetiche che più ha saputo conquistarsi un posto nei pollai rurali veneti e non solo. 

Galletto di Pepoi. 
Totalmente diversa per taglia e attitudini è l'ultima di queste razze, la Pepoi. Deriva dal meticciamento di polli nani delle campagne venete, con l'inserimento probabilmente di razze straniere. Il risultato è stato un pollo seminano dalle ottime doti di rusticità e predisposizione alla cova. Buona produttrice di uova, la piccola taglia ne rende meno consigliabile l'uso per la produzione di carne in ambito rurale.  

Tutte queste razze sono state inserite tanto nel progetto  CO.VA. quanto in quello Bionet dalla Regione Veneto.

I polli a tipologia mediterranea: Millefiori di Lonigo, Collo Nudo Veneta e Cucca

Gruppo di Millefiori di Lonigo.

I polli autoctoni diffusi nelle aie venete erano per lo più animali di tipologia mediterranea, ovverosia polli con pelle gialla, orecchioni bianchi, cresta semplice che si ripiega nelle femmine, uova a guscio bianco o crema. Nel corso del tempo diverse razze vennero selezionate a partire da questi animali, e tra tutte queste ancora resistono, più  meno diffuse, la Millefiori di Lonigo, la Collo Nudo Veneta e la Cucca.
La Millefiori di Lonigo è una superba razza mediterranea ritrovata da un allevatore, Luca Rizzini, nelle campagne padovane. Polli riconducibili a questa razza erano stati portati in mostra alla Fiera di Padova del 1934 dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura di Lonigo. Ora come ora la razza è ancora abbastanza rara e ha subito in diversi casi incroci sconsiderati con polli millefiori di altre razze, come l'Italiana tedesca. I pochi nuclei esistenti tendono a soffrire di consanguineità. Recentemente è stata inserita anch'essa nel programma Bionet.

Il ceppo di Cucca ritrovato nel veronese.
Esistevano nelle zone pianeggianti del Veneto parecchi ceppi locali di polli a colorazione sparviero, noti generalmente come Cucca, Cuccola, Capparola, Vara, Cenere, Grisa. Le popolazioni del padovano vennero anche allevate dal Pollaio Provinciale di Padova, e assieme alla Megiarola Migliorata vennero assimilate alla razza Padovana Comune. Ne parlò Mazzon negli anni '30 del secolo scorso. Si tratta di polli a livrea sparviero più o meno intensa, dai tipici caratteri mediterranei, buoni produttori di uova e carne. Attualmente considerata ufficialmente estinta, ne esistono diversi piccoli nuclei allevati come pollame rurale da contadini nel veronese e nel vicentino. Varrebbe la pena lavorare alla sua ricostituzione numerica e alla sua standardizzazione in maniera più approfondita.

Collonudo Veneta.

Sempre a tipologia mediterranea, ma derivante da incroci con la Collo Nudo di Transilvania, era la Collo Nudo Veneta, di cui già Mazzon parlava nel 1934. Rustica, buona produttrice di uova e carni fini e saporite, si differenziava per forma, dimensioni, cresta, orecchioni e livrea dalle ibride a collo nudo commerciali. Venne spesso meticciata con altre razze, e ancor oggi quando la si trova raramente mostra livree ben definite. Continua però ad essere ancora presente sul nostro territorio, nonostante sia divenuta rara. 

Recupero e ricostituzione: Boffa e Gigante Padovana

Primo piano di una femmina di Boffa.
Oramai date per perdute del tutto, ma recentemente tornate timidamente ad affacciarsi al mondo avicolo italiano sono altre due razze: la Boffa e la Gigante Padovana.
La Boffa è una razza di cui esistono testimonianze fin dal XVII secolo. Generatasi probabilmente dall'incrocio di Polverara e Padovana Gran Ciuffo coi poli comuni del contado padovano, era caratterizzata dalla presenta di una folta barba e vistosi favoriti. Buona produttrice di carne e uova, era anche apprezzata come chioccia; venne selezionata dal Pollaio Provinciale di Padova e da quello di Forlì,  e successivamente esposta anche a Londra. Nel dopoguerra scomparve lentamente fino a far pensare che fosse estinta. Nel 2009 però ne rintracciai un ceppo presso un allevamento rurale umbro, e nel 2016 ne venne individuato un altro nelle zone montuose del Piemonte. Anche se tra mille difficoltà il recupero della razza è iniziato, e si può solo sperare che superati i numerosi problemi legati alla consanguineità si possa tornar a far pascolare la razza in sempre più aie venete.

Gigante Padovana

La Gigante Padovana era invece una razza sintetica ottenuta da Luigi Mazzon nel XIX secolo, incrociando Cocincina nera e Polverara. Si caratterizzava per la grande taglia e la discreta fetazione, e se ne selezionò col tempo soprattutto una variante dalle tipiche caratteristiche dei polli mediterranei.
Dopo decenni di oblio, l'allevatore bassanese Mario Venturi ha iniziato l'opera di ricostituzione della stessa, ricostituendo le livree bianca e nera. Molto è il lavoro ancora da fare ma le speranze e l'impegno sono tanti. 

Un fantasma: la Cinquedita o Pentadattila

Forse ciò che resta della Pentadattila: un ceppo di polli a caratteri mediterranei con 5 dita, nel bolognese.

In Italia erano diffusi, fin dall'epoca dei Romani, anche polli sì dotati di caratteristiche mediterranee ma anche di 5 dita in luogo delle usuali 4. Chiamata Cinquedita o Pentadattila, questa razza vine citata più volte, fino alla prima metà del XX secolo: il Pascal ci informa che tali galline venivano portate alle mostre avicole, in una categoria ben separata da quella delle Dorking, e il Mazzon aggiunse nel 1936 che questi polli venivano ancora allevati nel padovano, a volte anche in allevamenti monorazza. Nel corso degli ultimi decenni la razza però è venuta a mancare, e qualcuno nei lustri scorsi tentò pure di importare Dorking inglesi affermando che si trattasse della medesima razza, cosa sconfessata anche dagli autori del passato.
Sembrava che questi animali dovessero essere considerati uno dei tanti "fantasmi" del passato avicolo italiano, quando lo scorso anno grazie ai social media è stato fatto vedere un vecchio ceppo di polli del bolognese a caratteri mediterranei e cinque dita che sembrerebbe avere molto in comune con la vecchia Pentadattila e che potrebbe risalire al dopoguerra. Un giovane avicoltore sta raccogliendo maggiori informazioni su questi animali, tentando nel contempo di aumentarne il numero e di gestirne i disastrosi problemi di consanguineità. Dobbiamo aspettare per vedere se anche per la Pentadattila possa profilarsi un barlume di speranza all'orizzonte. 

Le razze perdute

Padovana Comune o Megiarola Migliorata. 
Non tutte le razze venete hanno avuto la buona sorte di sopravvivere alla seconda metà del '900.
Di alcune sono rimaste foto e immagini, di altre solo descrizioni vaghe e racconti popolari. vediamo insieme cosa si è perduto in questi decenni. 

I polli locali di tipologia mediterranea erano, nel padovano, spesso di taglia piuttosto piccola, e per questo chiamati razza Megiarola (da mégio, seme di miglio, col significato di piccolo). Negli anni '30 si cercò aumentarne la taglia e la produttività, tramite tra l'altro con l'incrocio con la Livorno.  Si ottenne un tipo più pesante, la Megiarola migliorata, che assieme alla Cucca venne poi selezionata dal Pollaio Provinciale di Padova e distribuita sul territorio come Padovana Comune. Questi polli purtroppo vennero meno in pochi lustri dopo la fine della seconda guerra mondiale, e attualmente risultano estinti.

Pesante Padovana.

Stessa sorte capitò alla Pesante Padovana, razza mediterranea ma di taglia decisamente grossa, buona produttrice di carne e discreta ovaiola. Anch'essa selezionata inizialmente presso il Pollaio Provinciale di Padova, diffusa nelle campagne del padovano finì per perdersi negli incroci con polli di altre razze, soprattutto americane e inglesi. 

Gruppo di Argentata di Rovigo.
Razza sintetica era invece l'Argentata di Rovigo, ottenuta dalla Stazione di Pollicoltura di Rovigo incrociando Dorking e Sussex e successivamente inserendo sangue di Livorno collo argento. Anch'essa non superò la fine della seconda guerra mondiale, e il suo patrimonio genetico si disperse in pochi anni. Attualmente risulta estinta. 

Se di queste razze abbiamo delle testimonianze fotografiche, diverso è il discorso per altre che hanno lasciato dietro di sé solo poche descrizioni. L'Argentata di Lonigo e la Dorata di Lonigo erano polli esposti, assieme alla Millefiori di Lonigo, dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura di Lonigo alla fiera di Padova nel 1934; si trattava di polli di tipologia mediterranea, a colorazione collo oro o collo argento. La Cappellona, nominata fin dal XIX secolo, derivava dall'incrocio della Polverara coi polli comuni, e aveva ciuffo scodellato all'indietro, cresta semplice o a coppa, orecchioni bianchi e tarsi gialli o verdastri. La Pepola era un pollo affetto da nanismo acondroplasico, ovverosia animali di taglia normale ma con zampe estremamente corte. Allevate soprattutto per le ottime doti di chioccia dimostrate dalle femmine. La Grota e la Crottone, diffuse nel padovano e trevigiano, che avevano come caratteristica peculiare l'impennamento tardivo. E  oltre ad esse forse chissà quali altre razze o ceppi locali sono esistiti, in paesi isolati o sperduti, e che ora non ci sono più.

Ma, come abbiamo visto, tante razze locali esistono ancora e forse altre ancora avrebbero margini per esser ricostituite e/o recuperate. Cerchiamo di focalizzarci quindi sulla valorizzazione del patrimonio avicolo di questa straordinaria regione, che tanto ha dimostrato di poter dare all'Avicoltura di questo Paese.



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